martedì 10 aprile 2018

Mariangela Ruggiu 6 Poesie



MARIANGELA  RUGGIU POESIE






E' un problema serio, m'innamoro
di ogni persona che incontro,
m'incanto al primo filo dell'alba
e mi ferisco ad ogni parola dura.
Poi taccio, perché l'amore dissente
dal disamore, e non compete.
Mi contorce il senso di tutto questo,
lo sguardo incredulo di chi compatisce.
Ci sono i matti innamorati di tutto, 
ma sono pochi.

opera di José Rodríguez



*

non temere la paura
è come una stanza buia
che devi attraversare
aspetta sulla soglia
si adatteranno gli occhi
e vedrai nella penombra
come si riempie di te
vedrai venire da lontano
le cose che ti vestono
vestiti stretti, non è la tua misura
non temere di spogliarti
scivolano come veli
le cose calate su di te
cadono come la neve
le cose mancate
il silenzio freddo
i sogni mutilati
le porte chiuse
le strade senza uscita
non temere
l'anima nuda
guarda come splende
la luce che sei
come esce dalle fessure
delle mani
e si spalma su di te
ed è carezza

ed è nelle tue mani

** *                                                                               


lo sento come arriva piano, il dubbio
e diventa maiuscolo

e le poesie minuscole, come polvere sedimentano
sul tempo, come ali di farfalle nel vento dell'inverno
senza colore, opache trasparenze senza volo

stai con me, apri la mano e scriverò altri versi
pesanti come pietre, oscuri come la grotta del sonno
antichi come la sapienza della Madre

scriverò del seme del grano e delle sue radici
del latte verde che diventa oro e candore di neve

scriverò delle cuciture che chiudono le ferite
e delle parole che fermano il sangue

quando ero bambina un angelo con occhi di cenere
me le ha scritte addosso, le dico sottovoce
e piano un brusio si leva di voci sorelle, un coro


***

ho solo parole scheggiate
bordi che incidono il rifiuto
in questo tempo di canzoni
e di cavalieri neri che cavalcano
le nostre vite superflue

ho teorie di legittima difesa
ho la rabbia delle donne mutilate
come è mutilata la libertà
da uomini eleganti che si abbracciano
nel mutuo riconoscimento

sto scrivendo brutte poesie
ma sono come il vomito che sale

il vero piegato alla convenienza
non ha pietà dei bambini squarciati
e delle loro madri con i seni strappati

mi chiedo come si possa fermare il male
se resta solo la morte per sottrarsi
come se fosse finito il tempo
delle verità rivelate
e manchi ancora l'ultima

che spieghi tutte le altre



***

quando le parole sono tante
e sembra un cielo di nuvole che corrono
questo parlare fra me e te

allora mi fermo e ti guardo
e guardo il cielo e penso agli alberi
al silenzio con cui ci parlano
al fiato buono che respiriamo

e le nuvole si fermano

cerco poche parole, le trattengo nella bocca
come se fossero un uovo che deve schiudere
tace il mondo senza la parola, ma guarda...
abbiamo mani, abbiamo occhi e pensieri liberi

non credere alle grida che vengono da un altro tempo
non temere la minaccia, abbiamo già raccolto il sangue
e non siamo ancora vinti, ne basta uno solo
che dica la parola amore, e sarà per tutti


***

vengo qui con gli occhi nudi
la bellezza abbagliante ha svelato le ombre
e sono nel tuo incanto
e sono le tue parole dita che percorrono
l'anima, carezze infinite che aprono il corpo
e mostrano il tempio sacro che tutto contiene

sono piccole le stelle, il tempo è un numero finito
ma tu non hai un bordo, continui oltre la mia mano
divieni oltre il tuo nome, Verbo divino che fa lieve la carne

sei l'incanto in un corpo di donna
sei canto, voce che parla la Lingua dei muti
bellezza insostenibile che ferma il cuore
che toglie l'aria e lascia il corpo sulla soglia del volo



***


Intervista a Mariangela Ruggiu


Sei Sarda, cosa significa essere sardi in poesia oggi, ha ancora un senso?
Tutti abbiamo radici che affondano nella terra della nostra cultura, del luogo in cui viviamo, delle persone con cui siamo cresciuti. Da bambina ho frequentato la scuola con molta curiosità, amavo leggere, ma la scuola era impostata sull'italianizzazione della formazione, era vietato parlare in sardo, negli argomenti di studio non c'era riferimento alla cultura del mondo da cui provenivo, e anche gli studi superiori ignoravano completamente ogni riferimento al mondo di Sardegna.
Per fortuna c'erano i rapporti con le persone, e ho avuto il privilegio di poter parlare la lingua sarda, anche se sento come un grave handicap identitario il non saper scrivere correttamente la mia lingua.
Ma la Sardegna è anche testimonianza di un mondo sacro che si rivela nelle sue pietre, nelle forme e strutture ancora ignote o non accertate, o accettate, dagli studi ufficiali, eppure racchiudono tracce di una religiosità pura in cui sono sacri gli elementi fondamentali della vita.
Portare questa cultura, questo senso di sacralità in poesia significa affinare le percezioni e cogliere nell'umano i segni di un vivere secondo valori che non hanno spazio nella nostra cultura consumistica, in questo nostro tempo in cui la Terra non è più Madre, ma solo bene da consumare senza rispetto.


Si deduce nella tua poesia una forte spiritualita, come intendi questo termine?
Legato ad una fede religiosa? O al sentirsi parte di un tutto? O al percorrere sentieri misteriosi?


La mia esperienza di vita mi ha insegnato ad ascoltare, a scoprire sensi nuovi che non sono solo fisici, perché  noi non siamo solo corpo, ma assieme al corpo siamo pensiero, consapevolezza, capacità di amare e di comunicare l'Amore, e questo ci permette di superare i nostri limiti  e di entrare in un mondo in cui quello che siamo diventa armonia di corpo, e mente, e anima.
E si può percepire il nostro essere parte di un principio unitario che certi chiamano Dio, io preferisco pensarlo come Essenza che comprende tutto quello che esiste, e di cui noi siamo parte integrante.
E certamente è un percorso misterioso, un mistero che si rivela nel nostro percorso di conoscenza, indispensabile per conquitare la nostra libertà.


L'amore è sempre presente nelle tue poesie, come mai?
Cos'è l'Amore se non la conoscenza e la consapevolezza di quello che siamo, perché è vero che siamo carne fragile, pensiero imperfetto, animali erranti, ma siamo anche parte di un Uno in cui ogni limite svanisce, ogni individualità si compone, il male legge sé stesso e la conoscenza ci dimostra l'Essenza in noi come in ogni cosa che esiste. L'Amore è riconoscere questo nostro essere come se fosse una matrice in noi, in ogni vivente, in ogni cosa... averne consapevolezza è come vivere appena sopra lo svolgersi della vita quotidiana, leggerne il senso e vederla confluire e ritornare alla sorgente.
Se siamo materia di Amore, come potrebbe non esserci Amore in ogni gesto, in ogni pensiero, in ogni poesia, come potremmo non amare, noi che di Amare abbiamo una fame insaziabile...


La figura maschile più presente nei tuoi testi è quella del padre ce ne vuoi parlare.

La figura maschile, come quella femminile, del resto, contiene in sé tutti i modi di essere  dell'uomo, che sia padre, o bambino, figlio, amato o amante, a affiora nello scrivere quella che al momento è più vicino alle proprie sensazioni, alle proprie emozioni.
C'è un legame profondo, con mio padre, che è maturato nell'età adulta, quando il tempo ha invertito i ruoli e mi sono dovuta occupare di lui nella sua malattia. Ho letto in modo diverso, con occhi adulti, tanti fatti, tanti gesti e ho trovato tanto amore dove i miei occhi giovani non lo vedevano.
Pur amando molto la poesia, ad un certo punto della mia vita smisi di scrivere, ho ripreso otto anni fa, alla morte di mio padre scrissi la prima poesia dopo tantissimi anni senza più scrivere ... e la sua presenza c'è sempre nella mia vita e nella mia poesia, nell'amore che da lui ho imparato.


Traspare di tuoi testi un forte impegno civile, quali sono le tue fonti?
L'impegno civile non è altro che il nostro vivere nel mondo secondo i valori che scaturiscono  dalla nostra conoscenza, quando conosciamo, non possiamo più tornare indietro... e per quello che so la vita è preziosa... non solo la mia, la Vita che è di tutti, e non si può che rispettarla, e fare in modo che sia equa, dignitosa, luogo di libertà per tutti. Impegno civile non è altro che vivere.

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Biografia: Mariangela Ruggiu


Sono nata e vivo in Sardegna,  ho fatto studi classici, mentre, per gli studi universitari, ho scelto la facoltà di Scienze Agrarie, ma sempre facendo spazio alla poesia, anche se a un certo punto della mia vita ho scelto di smettere di scrivere riprendendo solo casulmente, solo alcuni anni fa, in seguito alla pubblicazione delle mie poesie giovanili nel  libro  Amori soli,  pubblicato nel 2010 con la casa editrice Albatros.
Questa esperienza è stata motivo di una nuova ricerca poetica che mi ha portato a nuove, più mature e consapevoli pubblicazioni: nel 2012 il libro Versi @ versi per Rupe Mutevole, quindi la pubblicazione, nel 2013 nell'antologia Scelte vincenti, della silloge Mi hai lasciato uno scrigno di parole per la Casa Editrice FaraEditore, e nel 2014 per lo stesso editore, nell'antologia Opere scelte è pubblicata la silloge  Amore integro.
Nel 2015, nell'antologia  Sulla carta del tempo è stata pubblicata la silloge Resta anche domani, faremo passare la notte, per Terra d'ulivi edizioni..
Nel 2016 con Terra d'ulivi edizioni  è stato pubblicato il libro Il Viaggio, che ha vinto il secondo premio al concorso  Premio Letterario Internazionale Città di Sassari, mentre nel 2017, nella successiva edizione dello stesso Premio, una mia poesia inedita, “Che ne sarà di questo amore domani”, ha vinto il primo premio per la sezione inediti.


Pubblicazione libro IL VIAGGIO


Anno di pubblicazione: 2016


Casa Editrice: Terra d'ulivi Editore


2016:  2° .


2017: 1° Premio sezione Inediti  al concorso letterario  Premio Letterario Internazionale Città di Sassari

































































































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